Argomento scomodo, lo so. A tratti spinoso e fastidioso perché tocca sentimenti, relazioni, abitudini consolidate negli anni, nelle famiglie, nella coppia…
Si dice che siamo la media delle 5 persone che frequentiamo più assiduamente.
Se le cose stanno veramente così… allora non va molto bene!
Chi sono i pari? I miei pari?
Ciascuno di noi cresce fondamentalmente grazie ai pari di cui si circonda, un gruppo costituito da individui di pari età e/o interessi, uno dei principali agenti di socializzazione per ragazzi e adolescenti; se per gli adolescenti il gruppo dei pari è quanto meno fondamentale, meno rilievo pare avere nella sfera degli adulti, in quanto spesso tale gruppo si consolida negli anni e viene lasciato immutato anche quando diventa insoddisfacente o si corrode naturalmente.
A questo punto abbiamo un dato di fatto da considerare, e poi 2 domande da porre.
Il dato di fatto è che il gruppo dei pari è quell’insieme di persone che ci influenza: volenti o nolenti, se decidiamo di starci in mezzo ne saremo influenzati, se decidiamo di frequentare quelle persone, ne saremo influenzati in convinzioni, identità, valori, modi di pensare, modi di fare… Lo vediamo perfettamente sugli adolescenti: cambiano radicalmente modi, atteggiamenti, mode, ecc., nel momento in cui decidono o sono indotti a cambiare gruppo.
1. La prima domanda che dobbiamo porci in questo specifico caso allora è:
desidero realmente che quelle persone, con quello che fanno e che pensano, con le loro personalità, stili di pensiero, atteggiamenti mentali, modi di vita, siano il mio gruppo dei pari e quindi continuino a influenzarmi?
Magari sono amici da una vita, magari sono parenti, familiari, persone a cui vogliamo bene e alle quali siamo legati, che non potremmo certamente pensare di allontanare dalla nostra vita.
Oppure sono amici di data recente, conosciuti nel corso di nuove esperienze, lavori, occasioni successive ma che si sono legati e che cominciano ad avere una certa rilevanza nel nostro tempo libero, o addirittura a succhiare energia e tempo alla nostra vita e ai nostri progetti.
Esiste insomma una differenza tra gruppo dei pari e gruppo di svago/amici/familiari:
i primi rappresentano quelle persone da cui decido di lasciarmi influenzare perché sono persone che stimo, che apprezzo, che ammiro, che eleggo a miei punti di riferimento e ai quali mi posso rivolgere ogni volta che ho l’esigenza di un confronto serio, importante, vitale.
Posso anche essere ricambiato in questa considerazione, oppure no. Oppure non ancora.
E possono essere persone che frequento, ma anche che incontro o sento poche volte all’anno perché si vive distanti… Sono legami che si instaurano a prescindere dalla vicinanza fisica perché sono fondati su una forte sintonia di pensiero su qualche specifica area di vita o di lavoro.
Tutto il resto saranno altri rapporti, di altro tipo: fondati sull’affetto, sui ricordi, sulle esperienze condivise, sui legami familiari, ma non altro. Non dovranno necessariamente influenzarci, anzi, sarà bene che non lo facciano.
E se qualcuno di loro ci è particolarmente dannoso, se sentiamo che ci sottrae tempo, energie, serenità, se ci scarica addosso tutta la sua negatività o le sue lamentele, o peggio depotenzia i nostri progetti criticando e smontando quel che facciamo … beh, sarà il caso di cominciare a sentirci liberi di agire di conseguenza.
Per usare una metafora non mia, sarà il caso di sentirsi liberi di inserire una pellicola tra noi e loro, in modo che non ci possano più influenzare, in modo che non possano più nuocerci; o in casi più estremi, liberi di allontanarli un po’ dalla nostra vita, incontrandoli sempre di meno e dando più spazio a chi ha su di noi effetti più benefici.
2. La seconda domanda è quindi questa: quanta responsabilità abbiamo nella scelta del gruppo dei pari? Quanto livello di controllo abbiamo noi, in prima persona, in questa scelta? I pari si scelgono o sono come la famiglia: che ti trovi quello che hai e non puoi che tenertela?
Sicuramente abbiamo una discreta dose di respons-abilità: cioè di capacità di controllare e decidere chi inserire in questo gruppo, scegliendoli attivamente tra tutti coloro che la vita ci pone davanti; come?
– Contattando e facendoci noi per primi vedere interessati ed estimatori della persona in questione: se ammiri qualcuno, diglielo! Se ti fa piacere sentirlo, chiamalo. Se ti è stato utile, ringrazialo in maniera esplicita. E se scoprite di avere punti in comune, e sicuramente ce ne sono, sarà più facile stringere un bel rapporto di intesa.
– Decidendo chi separare con una pellicola da noi in modo che quando parli non possa darci il minimo fastidio, influenzarci, condizionarci.
– Allontanando pian piano coloro che sono stati troppo o troppo a lungo nocivi nella nostra vita e che vorrebbero continuare a succhiare da noi energie positive e tempo!
Di vita ne abbiamo una sola, e corre via in maniera estremamente veloce.
Vogliamo continuare a perdere tempo con persone troppo distanti da noi? Che non ci fanno sentire pienamente noi stessi, accettati, apprezzati?!?
Chi desideriamo veramente avere come stimati compagni di cammino?
Siamo ancora in tempo! Buona riprogrammazione del Gruppo dei Pari allora!
Sara 😉