Un anno fa ci è arrivato addosso un grande cambiamento: non sapevamo quanto sarebbe durato, ma a distanza di un anno possiamo ormai dire che per tanti di noi il tempo-lavoro si è trasformato.
Lo schermo è diventato il nostro più usuale compagno di scrivania, e le attività che prima svolgevamo in ufficio, fuori sede o in sale riunioni, adesso si svolgono su una delle tantissime piattaforme online. Di certo, in tanti abbiamo notato che lavorare da casa è più sfidante, complesso, a volte irritante, o che abbiamo più difficoltà a motivare i nostri collaboratori, o sentiamo la necessità di controllarli di più.
E tuttavia, se assumiamo una prospettiva di auto-responsabilizzazione secondo una cultura del Coaching, possiamo chiederci: cosa posso fare intanto, io, per migliorare quella particolare relazione di collaborazione che mi sta sfidando?
È possibile allenare qualche competenza o strumento per potenziare i nostri collaboratori o motivarli anche in smart working?
La risposta, è assolutamente, si.
È probabile, infatti, che non basti solo il condividere spazi e presenza fisica per rendere efficace una relazione professionale o di collaborazione. E cosa allora?
Secondo uno schema circolare che si rinforza via via, una buona collaborazione si regge innanzitutto su 3 competenze fondanti, che spesso possediamo ma che possiamo continuare ad accrescere: la capacità di rinforzare la fiducia, la capacità di coinvolgere gli altri e la capacità di riconoscere e dare loro feedback.
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