Una delle principali attività su cui si concentra il coaching è l’esplorazione consapevole, ovvero un vero e proprio “addestramento alla consapevolezza”. Possiamo affermare che l’addestramento alla consapevolezza è uno dei pilastri del cambiamento, ed è un frutto sapiente e attento della pratica di coaching.

Perché non puoi modificare nulla che tu non conosca.

Ma se ne sei consapevole, allora ne diventi responsabile. E il coach in questo può guidarti nel capire come e cosa mettere a fuoco. E poi con quale strategie attuare il cambiamento.

Chi non si è mai trovato bloccato davanti a qualcosa di sé di cui è insoddisfatto?

Chi non si è trovato a compiere scelte, reazioni o comportamenti di cui spesso poi si pente?

Il fatto è che la stragrande maggioranza delle nostre scelte dipende da abitudini consolidate e inconsapevoli. Radicate in una zona del cervello fondamentale e basica che governa alcune tra le funzioni più primitive della nostra vita. La nostra memoria operativa, procedurale, finisce per governare in maniera automatica gran parte delle nostre giornate, ed anche reazioni emotive (magari poco salutari) possono diventare abitudinarie al punto tale da essere sempre innescate allo stesso modo in maniera ripetuta e inconsapevole.

Per modificare qualunque tipo di abitudine, quindi, non puoi procedere avanti di un passo se prima non ti concentri su come rendere consapevole ciò che vivi e fai inconsapevolmente. Sia che si tratti di un comportamento istintivo, di una reazione emotiva, di un modo di fare o di comunicare.

Modificare un’abitudine comporta quindi prima un lavoro di riemersione consapevole, e poi, un lavoro di modifica della parte più pragmatica, di comportamento: la routine che sta tra il segnale da cui ha origine il comportamento e la gratificazione finale.

Per fare questo addestramento alla consapevolezza, puoi servirti di diversi strumenti:

  • anzitutto indaga qual è il segnale che ti fa scattare un’abitudine o una reazione.
  • Cosa percepisci?
  • Quando e dove ti trovi?
  • Con che stato d’animo ti trovi?
  • Qualcuno si trova con te?
  • E cosa hai appena fatto?

Poi indaga la gratificazione che insegui:

  • come starai dopo?
  • Cosa ti procura quel comportamento?
  • A quale bisogno stai veramente rispondendo?

Nel mezzo ci sta il comportamento che, forse senza neanche deciderlo, stai agendo. Quindi chiediti:

  • Con quale altro comportamento, più funzionale o positivo, potresti sostituirlo, mantenendo intatta la gratificazione finale?

Inizia a farti queste domande, e se hai dubbi o curiosità (del tutto legittime), fammi sapere.

😉

Sara